Il progetto

Il mal dell’inchiostro si è diffuso nei castagneti della Barbagia

I popolamenti boschivi di castagno presenti nelle zone montane della Sardegna centrale rappresentano una risorsa ambientale e sociale di indubbio valore; costituiscono infatti un elemento di tipicità del paesaggio e un presidio per la difesa del suolo, garantendone la salvaguardia dell’integrità ecologica e la conservazione della biodiversità. Tuttavia, negli ultimi decenni si è assistito a un continuo degrado dei castagneti e alla diffusione di fitopatie che hanno espletato un ruolo chiave nel razionale utilizzo di questa importante risorsa forestale a fini produttivi ma, soprattutto, anche la stessa sopravvivenza della coltura.

Tra le diverse problematiche fitosanitarie emergenti, il “mal dell’inchiostro” del castagno è sicuramente la più pericolosa in quanto è l’unica che può uccidere l’intera pianta, sopprimendone l’apparato radicale. Studi condotti negli ultimi anni dai ricercatori dell’Università degli Studi di Sassari hanno messo in evidenza l’esistenza di numerosi focolai infettivi di “mal dell’inchiostro” da Phytophthora spp. nelle aree castanicole della Sardegna centrale. Tali focolai costituiscono una seria minaccia per la sopravvivenza dei castagneti di tutto il comprensorio rendendo necessaria l’adozione di strategie di bonifica fitosanitaria.

Foto: Marciume bruno e mal dell’inchiostro; campioni di corteccia; disseccamento della chioma visto dall’alto, associato a marciume radicale e del colletto.

La conoscenza degli aspetti fitosanitari per innovare e valorizzare il patrimonio boschivo, risollevando l’economia locale.

In particolare, negli ultimi anni abbiamo rilevato un notevole focolaio di “mal dell’inchiostro”, provocato dalla Phytophtora spp. Questa pericolosa fitopatia rende le piante secche, improduttive e con un legname non lavorabile dalle imprese di trasformazione. Ciò rischia di mettere in pericolo l’intera filiera alimentare e artigianale legata al castagno in Sardegna. 

Nel monitoraggio si farà particolare attenzione anche allo studio della biodiversità locale che manifesta particolare resistenza alla fitopatologia in modo da poter avere in futuro cloni di castagno con forte resistenza al mal dell’inchiostro. 

mal dell’inchiostro
Castagni secchi a causa del mal dell'inchiostro

Obiettivi

Realizzazione di un protocollo di lotta integrata applicabile in tutto il territorio regionale

Miglioramento della qualità del legname e dare una spinta all'artigianato locale

Miglioramento dell'ecosistema e tutela della biodiversità presente

Maggiore redditività e competitività delle aziende agro-forestali

Le fasi del progetto

Sono stati coinvolti nel progetto: imprese agricole che gestiscono ampie porzioni di boschi di castagno, una azienda di lavorazione del legno, enti territoriali: LAORE, AGRIS, Università di Sassari. 

Individuazione delle aree da trattare

Abbiamo individuato le zone da sottoporre ai trattamenti sulla base della presenza di sintomi ascrivibili ad attacchi di Phytophthora spp.

Vista aerea di un bosco affetto da mal dell'inchiostro, con rami secchi e alberi che hanno perso le foglie

Prove di lotta attraverso la bonifica

Abbiamo recintato delle aree da trattare per impedire il passaggio di animali selvatici, persone e veicoli, allestendo delle zone dedicate al lavaggio con acqua a pressione delle ruote e delle scarpe.

Trattamenti terapeutici

Tutte le piante all'interno dei castagneti individuati vengono sottoposte a trattamenti endoterapici con fosfonato di potassio con speciali siringhe. A tal fine è stata coinvolta L'UNISS - Dipartimento di Agraria Sezione di Patologia vegetale ed Entomologia, che svolge le attività di ricerca e di coordinamento del progetto stesso in forte connessione con l'intero partenariato.

Prove di lavorazione del legno

Prove di comparazione e valutazione della qualità del legno delle piante trattate e di quelle non trattate. Valuteremo: porosità, resistenza alla lavorazione, valutazione degli scarti, studio dei difetti del legno.

Divulgazione

I risultati dei trattamenti e degli studi verranno diffusi attraverso il web, la stampa, dei convegni nelle aree interessate dalle fitopatologie.

Strategie di lotta al mal dell'inchiostro

Contro le specie di Phytophthora associate al “mal dell’inchiostro” del castagno, è stata dimostrata l’efficacia di alcuni prodotti chimici ad azione sistemica il cui impiego tuttavia è consentito solamente in vivaio, e di composti a base di rame. Recentemente, nuove prospettive di lotta in vivaio sono state offerte dall’uso del fosfonato di potassio, che oltre a possedere attività fungicida, stimola i meccanismi di autodifesa delle piante. 

L’uso del fosfonato di potassio è una pratica ormai comune negli ecosistemi forestali dell’Australia e degli Stati Uniti, mentre il suo impiego in Europa è attualmente, e solo di recente, autorizzato in Italia, Bulgaria, Francia, Cipro e Germania. Anche la Sardegna non può prescindere da questo importante processo innovativo, pertanto con il progetto Castanet si intende sperimentare l’uso dei fosfiti nelle condizioni del suolo e del clima della Barbagia di Belvì, depositaria de 85% del patrimonio castanicolo regionale. 

Trattamenti al fosfonato di potassio contro la Phytophthora spp.

I fosfiti sono riconosciuti per avere un basso impatto ambientale, non sono tossici per gli animali (inclusi pesci e invertebrati) e non provocano danni alle comunità microbiche benefiche. Anzi, questi derivati semplici dell’acido fosforico favoriscono la produzione di metaboliti secondari che agiscono come antibiotici e stimolano le auto-difese delle piante contro le infezioni di Phytophthora.

È evidente che tali azioni, oggi isolate, devono essere implementate all’interno delle aziende agro-forestali per la stesura di un protocollo testato e certificato di intervento contro il “mal dell’inchiostro”. Le indagini condotte su alcune piante hanno fornito fino ad ora risultati incoraggianti che suggeriscono il prosieguo delle sperimentazioni per verificare l’efficacia anche nei confronti di altri microrganismi patogeni e verificare la loro efficacia temporale nelle piante. Recenti studi condotti in Australia su Eucalyptus spp. hanno evidenziato che il trattamento è efficace nelle piante fino a 10 anni dall’intervento.

Prove di lavorazione del legno trattato e non trattato

Lo studio interessa l’intera filiera: dalla lotta alla fitopatologia sino alla qualità degli assortimenti commerciali quali: pali, travi e tavolame d’opera per la caratterizzazione della resistenza e della porosità; nonché del contenuto in tannini, dato quest’ultimo proporzionale alla resistenza degli attacchi delle termiti/tarlo. 

Le piante colpite da Phytophthora spp. si presentano secche, improduttive e con un legname non lavorabile dalle imprese di trasformazione quali segherie e falegnamerie. A tal proposito, quattro aziende agro-forestali che hanno nel proprio fascicolo aziendale diverse superfici castanicole, hanno coinvolto un falegname del luogo al fine di chiudere la filiera di lavorazione e commercializzazione e valutare la qualità del legname da opera. 

L’attività prevede la realizzazione di prove di comparazione e di valutazione della qualità dello stesso attraverso lo studio di seguenti aspetti:

  • Porosità;
  • Resistenza alla lavorazione;
  • Valutazione degli scarti di lavorazione;
  • Studio dei difetti del legno (cipollatura, screpolatura e resistenza alle termiti);