Il progetto Ric.Ca.
Ricerca del vaore delle castagne
Il marciume bruno rappresenta il principale ostacolo alla gestione post-raccolta delle castagne.
Il progetto Ric.Ca mira a ottenere nuovi prodotti freschi e trasformati che diano valore aggiunto alle imprese del settore. Le castagne fresche, attualmente commercializzate solo nelle sagre autunnali, non raggiungono sempre la grande distribuzione; e il coinvolgimento di partner esterni alla Barbagia Gennargentu Mandrolisai permetterebbe di raggiungere nuovi mercati e sviluppare relazioni commerciali. L’espansione verso le principali città sarde richiede però elevati standard qualitativi. La principale limitazione è il “marciume bruno” causato dal fungo Gnomoniopsis castaneae che si sviluppa dopo raccolta e conservazione.
Il progetto Ric.Ca. ha permesso di sviluppare nuovi modelli produttivi che accompagnano l’intera filiera: dalla gestione sostenibile dei castagneti fino alle tecniche avanzate di conservazione post-raccolta, garantendo il mantenimento delle qualità organolettiche delle castagne. L’emergenza attuale deriva da una combinazione di fattori: cambiamenti climatici, pratiche di gestione inadeguate e tecniche di conservazione obsolete che non riescono più a garantire la qualità del prodotto nel tempo.
Foto: Marciume bruno delle castagne, trattamenti fitosanitari, prodotti a base di castagne trattate con il metodo Ric.Ca.
La conoscenza degli aspetti fitosanitari per innovare e valorizzare il patrimonio culinario, risollevando l’economia locale.
Abbiamo redatto un report che documenta il progetto RIC.CA, che ha unito ricerca scientifica e tradizione territoriale per affrontare il marciume bruno causato da Gnomoniopsis castaneae. L’emergenza fitosanitaria è diventata opportunità di valorizzazione attraverso trattamenti innovativi, tecniche di conservazione e sviluppo prodotti identitari. Il documento presenta soluzioni pratiche validate scientificamente: dai composti naturali citrale ed eugenolo, ai trattamenti endoterapici, fino a “Su pane arridau” e dolci artigianali.
Rivolto ad agricoltori e trasformatori, il report offre conoscenze trasferibili per il rilancio di una coltura patrimonio ambientale e culturale, dimostrando come l’innovazione nasca dall’incontro tra scienza e saperi tradizionali.

Obiettivi
Sviluppare nuovi modelli produttivi dalla gestione dei castagneti alle tecniche di conservazione post-raccolta
Migliorare la conservazione delle castagne e mantenere le caratteristiche organolettiche
Analizzare la qualità delle castagne e dei prodotti derivati per caratterizzare gli aspetti sensoriali e confrontarli con le varietà di mercato
Abbracciare l'intera filiera produttiva con la creazione di una rete, coinvolgendo partner esterni e organizzando incontri aperti al pubblico
Le fasi del progetto
Sono stati coinvolti nel progetto: imprese agricole che gestiscono ampie porzioni di boschi di castagno, una azienda di lavorazione del legno, enti territoriali: LAORE, AGRIS, Università di Sassari.

Individuazione delle aree da trattare
Abbiamo individuato le zone da sottoporre ai trattamenti sulla base della presenza di sintomi ascrivibili ad attacchi di Phytophthora spp.

Consulenza tecnico-scientifica con l'Università di Sassari
Monitoraggio Gnomoniopsis castaneae nei castagneti e sequenziamento del DNA del patogeno presente in Centro Sardegna.

Pirodiserbo e pulizia: rimozione della lettiera
Potatura delle piante di castagno e eliminazione dei ricci e fogliame sul suolo, per eliminare tutte le parti ormai disseccate in cui possono albergare funghi patogeni

Trattamenti endoterapici
Tutte le piante all'interno dei castagneti individuati vengono sottoposte a trattamenti endoterapici con fosfonato di potassio.

Trattamenti del suolo con funghi antagonisti
Tattamento del terreno con spore del Trichoderma, un fungo antagonista

Prove di trattamenti post-raccolta delle castagne
Prove in vitro, curatura e termizzazione delle castagne raccolte

Prove di conservazione
Test di temperatura, umidità e ventilazione per trovare le condizioni ottimali di conservazione delle castagne trattate

Sviluppo di nuovi prodotti gastronomici
Collaborazione attraverso una filiera integrata con i trasformatori per creare prodotti alternativi in grado di valorizzare pienamente le caratteristiche uniche delle castagne sarde,

Divulgazione
I risultati dei trattamenti e degli studi vengono diffusi attraverso il web, la stampa, convegni, fiere dove vengono fatti assaggiare e venduti i prodotti a base di castagne.
Strategie di lotta al marciume bruno
Nei castagneti: Trattamenti endoterapici con fosfonato di potassio, rimozione e bruciatura dei ricci caduti, trattamenti al suolo con Trichoderma per migliorare l’equilibrio biologico naturali da utilizzare nella fase di conservazione post-raccolta delle castagne.
Trattamenti del frutto: Curatura e termizzazione delle castagne per creare condizioni controllate all’interno del frutto che inibiscono naturalmente lo sviluppo dei funghi responsabili del marciume, aumentando significativamente la conservabilità del prodotto.
In filiera integrata con i trasformatori: La collaborazione tra produttori agricoli e trasformatori all’interno della rete Ric.Ca. ha permesso di sperimentare processi innovativi mantenendo al contempo un forte legame con la tradizione locale. Ogni prodotto sviluppato racconta una storia che unisce l’antica sapienza dei castanicoltori sardi con le moderne tecniche di trasformazione, creando un’identità territoriale riconoscibile e appetibile per i mercati di qualità. Sono stati sperimentati metodi di panificazione, ma anche produzione di pasta e dolci.
Trattamenti al fosfonato di potassio contro Gnomoniopsis smithogilvyi.
I fosfiti sono riconosciuti per avere un basso impatto ambientale, non sono tossici per gli animali (inclusi pesci e invertebrati) e non provocano danni alle comunità microbiche benefiche. Anzi, questi derivati semplici dell’acido fosforico favoriscono la produzione di metaboliti secondari che agiscono come antibiotici e stimolano le auto-difese delle piante contro le infezioni funginee.
Trattamenti e prove di conservazione delle castagne
I trattamenti post-raccolta rappresentano la seconda linea di difesa contro il marciume bruno, complementare agli interventi in campo. Questa fase è cruciale perché il fungo Gnomoniopsis castaneae, anche quando presente in forma latente nei frutti apparentemente sani, può manifestarsi durante la conservazione, compromettendo la qualità del prodotto e riducendone drasticamente la shelf-life. La sfida principale consiste nel prolungare la durata di conservazione mantenendo intatte le caratteristiche organolettiche delle castagne, permettendo così l’accesso a mercati più distanti e la commercializzazione per periodi più estesi.
Abbiamo sperimentato quattro tecniche integrate:
Curatura e Idroterapia: Consiste nell’immersione delle castagne in acqua fredda per 4-9 giorni. Durante questo processo, le condizioni che si creano all’interno del frutto inibiscono naturalmente lo sviluppo dei funghi responsabili del marciume.
Termizzazione: Temperature moderate, applicate per tempi controllati, possono eliminare il patogeno senza alterare significativamente la struttura
e il sapore delle castagne. La fase di raffreddamento rapido è fondamentale per arrestare il processo termico
ed evitare la cottura del frutto.
Ricerca di composti naturali: Le prove di laboratorio hanno identificato due composti naturali particolarmente promettenti per il controllo post-raccolta del marciume bruno: il citrale, estratto principalmente dalla citronella, e l’eugenolo, dalle proprietà antimicotiche.
Controllo ambientale: Conservazione delle castagne a basse temperature (a 4°C in cella frigorifera), con umidità controllata e un’adeguata circolazione dell’aria. Queste condizioni evitano la formazione di microclimi umidi che potrebbero favorire la crescita di muffe e funghi.